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Olive taggiasche: perché si chiamano così e produzione

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Olive taggiasche: perché si chiamano così e produzione

Le olive taggiasche sono ormai note in tutta Italia. Ottime da sole o come aperitivo tra amici, sono talmente apprezzate che è possibile ritrovarle non solo presso i propri conoscenti, ma anche nei bar e nei locali specializzati in aperitivi e happy hour. Ma quanto ne sappiamo davvero su queste golose olive?

Da dove vengono le olive taggiasche

Anzitutto le olive taggiasche sono una particolare tipologia di oliva, principalmente diffusa nel Ponente Ligure e, soprattutto, nella provincia di Imperia. Proprio qui, si trova il comune di Taggia. Secondo la tradizione locale, furono i monaci di San Colombano dell’isola monastero di Lerino, che portarono, per la prima volta, queste olive a Taggia. Ecco quindi da dove deriva il nome delle olive taggiasche.

Con il trascorrere degli anni e dei secoli, la coltivazione delle olive taggiasche si è diffusa fuori Taggia e, in seguito, estesa in gran parte della penisola italiana. Nonostante questo, la provincia di Imperia è ancora oggi la terra che garantisce la maggior produzione.

Scopri la nostra selezione di Olive Taggiasche

Coltivazione delle olive taggiasche

Sebbene l’oliva si presenti di dimensioni decisamente più ridotte rispetto ad altre tipologie, la pianta riesce a raggiungere anche i 15 metri di altezza. I rami sono caratterizzati da una buona ampiezza e dal portamento pendulo.

Nonostante la loro fama e la loro diffusione, le olive taggiasche risentono notevolmente dei cambiamenti climatici e, come anche altre colture, sono soggette alle principali avversità naturali che, comunque, non vanno a intaccare l’elevata e costante produzione di olive. Tra i principali nemici naturali di questi frutti vi sono la mosca, la rogna, l’occhio di pavone, il freddo e la siccità: in tutti questi casi, la resistenza della pianta si rivela piuttosto bassa.

Il frutto, caratterizzato da una maturazione tardiva (gennaio), si presenta co una forma ellittico-cilindrica con la base leggermente più grossa. Per raccogliere le olive si stendono, sotto le piante, delle reti a maglia fitta mesi prima dell’inizio della raccolta. Questo consente di raccogliere anche quei frutti che maturano anzitempo, evitando che vadano sprecati a terra. A gennaio, in piena maturazione, ci si reca presso gli oliveti con dei lunghi bastoni, le trappe, con cui si scuotono i rami degli ulivi per far cadere i frutti all’interno delle reti. Sebbene questo sia il metodo classico, tramandato di generazione in generazione, negli ultimi anni si sta diffondendo anche un nuovo metodo di raccolta, più semplice, veloce e decisamente meno faticoso, ricorrendo a bacchiatori meccanici.

Olio prodotto con olive taggiasche

L’aspetto principale di dell’oliva taggiasca è l’elevato tasso di olio presente al suo interno, stimato intorno al 25-26%. Proprio per questo, sono ampiamente usate anche nella produzione di olio molto pregiato.

L’olio ottenuto dalle olive taggiasche è di colore giallo, dal profumo di frutto maturo e con un aroma complesso, caratterizzato da sfumature dolci, decise, ma anche da richiami piccanti, sfumature di mandorla e pinoli. La bassa acidità del prodotto, inferiore allo 0,5%, conferma la raffinatezza e l’elevata qualità organolettica di questo olio.

Le olive taggiasche sono quindi un prodotto completo. Ottime da guastare come aperitivo, eccellenti per la produzione di olio e, in alcuni casi, usate anche per tagliare altri olii conferendo un tocco elegante al prodotto finale.

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