Turismo lento per riscoprire e rispettare il territorio
Viaggiare è sempre viaggiare, ed è sempre bello. Ma non è sempre lo stesso viaggiare. Il turismo lento è un modo per trasformarsi da consumatori di luoghi in attraversatori di epoche, culture, sensazioni. E come guardando un panorama, o un quadro, quale modo migliore per percepire tutte le sfumature se non osservandolo immergendosi senza fretta in ogni suo angolo?
Turismo lento: cosa è
Non esiste una definizione canonizzata del turismo lento ma tanti aspetti che insieme formano quella che può essere considerata a giusta ragione una filosofia di vita e non un pacchetto acquistabile in agenzia. La scelta della meta, la gestione della permanenza in un luogo e quella degli spostamenti, i mezzi utilizzati per i trasferimenti, le strutture che ci accoglieranno, e molto altro ancora fa un nuovo approccio al viaggio.
Evitare i posti più frequentati e caotici, ad esempio, è un primo requisito. Nessun programma degli spostamenti o visite mordi e fuggi. Dimenticare le crociere che in pochi giorni fanno girare il mondo (o quasi). Addio ai resort di lusso e agli hotel a cinque stelle. A pranzo si può anche optare per un pasto acquistato in strada dal carretto dell’agricoltore giunto in città per mostrare i prodotti del proprio duro lavoro. E questo non significa necessariamente perdere in qualità. Al contrario: scrutare senza assilli le vetrine delle botteghe può farci scoprire, specie in un paese straniero, delizie che mai più ci capiterà di gustare nella vita.
Scelti da noi e non dal canale massificato della grande distribuzione che ormai ha messo le mani anche sul cibo etnico. Muoversi a bordo di un rombante Suv? Raggiungere località distanti centinaia di chilometri in un pomeriggio? Magari solo per lo sfizio di andare a prendere un caffè all’altro capo della nazione? Comportamenti che hanno determinato la nascita del turismo lento perché simboleggiano una visione decisamente superata del viaggio e del divertimento intesi come lusso sfrenato da ostentare anche lontano da casa. Ciò che ci resterà davvero della nostra vacanza non sono le foto trionfanti da pubblicare sui social, dimenticate in un attimo, ma le esperienze irripetibili che quei momenti e soltanto quelli ci hanno saputo regalare. Il turismo lento è un modo efficacissimo per fissare tali emozioni sotto la pelle.
I vantaggi del turismo lento
Visitare un piccolo borgo estraneo ai circuiti del grande traffico, conoscere i suoi ultimi ma orgogliosi abitanti ricchi di storia e di storie, non ha eguali. Fermarsi ad ascoltare per un pomeriggio intero i racconti di antiche tradizioni che in alcuni sperduti angoli del globo rappresentano ancora la vita quotidiana. Spostarsi a piedi o con una bicicletta è un’opportunità unica per visitare davvero i luoghi attraversati. Ma è anche un modo, anzi l’unico modo veramente capace di rispettare quei posti e il pianeta intero.
Turismo lento significa anche e soprattutto evitare tutti quei comportamenti che impattano pesantemente sull’ambiente e sulla vivibilità diffusa dei contesti. Ormai l’aggettivo “sostenibile” viene accostato a qualsiasi cosa, al pari di “biologico“. Ma quante di tali etichette corrispondono alla realtà?
Il turismo lento è autenticamente sostenibile in quanto riduce davvero al minimo le ricadute negative del nostro passaggio, che non si possono azzerare del tutto ma contenere in larga misura. Lo fanno ad esempio i cicloturisti che pur sobbarcandosi fatiche immani riescono a raggiungere località distanti obbedendo al dovere interiore di non appesantire la già compromessa qualità dell’aria. Lo fanno le migliaia e migliaia di viandanti che ogni anno completano i tanti Cammini del mondo, per fede o semplicemente per il piacere di dire al termine: “Ce l’ho fatta”.
Gli amanti degli animali che non acquistano un comodo biglietto del circo o dello zoo ma si immergono nella natura attendendo anche per giorni fino a quando il loro binocolo non mette a fuoco un uccello raro intento a rifocillarsi sulla riva di un corso d’acqua. Il birdwatching attira schiere di turisti che senz’altro non viaggiano con i minuti contati.
Contaminarsi con le popolazioni locali, fondersi nei costumi plurimillenari di una nazione, essere uno di loro sia pure per qualche giorno. Emozioni che solo il turismo lento può regalare.
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